ADRIANA LUSVARGHI

Donna di parola, affascinata dalle parole ma non poeta, anche se di poesia mi nutro. Ho vissuto il movimento femminista degli anni settanta come un momento luminoso della mia esistenza e ne ho trovato rifrazione nella relazione tra donne, attive contro la violenza maschile. Dopo anni di insegnamento della lingua inglese, in fedeltà a me e al mio passato, decido di impegnarmi per contrastare la violenza maschile sulle donne. C’è voluto una donna e poi un’altra per far transitare fino a me il desiderio e riviverlo intatto alle soglie del duemila.
Socia dell’associazione Nondasola dal 2001, mi occupo, come volontaria, dell’accoglienza delle donne maltrattate, della formazione delle nuove volontarie e dell’attività di prevenzione rivolta a ragazz* ed educatori. Ho collaborato negli anni a diversi progetti di Nondasola.
Sono cresciuta tanto quando pensavo che il tempo della crescita fosse terminato. Può essere che il desiderio della politica delle donne si affievolisca ma quando lo conosci si rinnova nel desiderio delle altre. La dimensione politica che a che fare con la vita mi appartiene, è una dimensione di senso. Che significa provare a tenere insieme pubblico e privato, cercare di tenere insieme le molte cose della vita di donna e di donna che vive nel mondo con altri, donne e uomini. Posso dire che la mia esperienza, ormai quasi ventennale nell’associazione Nondasola , trova un’intima eco nelle parole di Luisa Muraro ‘Felicità è una parola che fa da mediazione tra fedeltà a sé e esistenza nel mondo’.